Parrocchia: Una casa per tutti
Il termine “parrocchia” deriva dal greco “paroikia”, che significa “abitare presso” o “vicinato”. La parrocchia è perciò la "Casa tra le case", un luogo dove i fedeli vivono la loro spiritualità quotidiana. Come ogni abitazione, essa ha i suoi fiori all'occhiello e qualche muro ammuffito per via di un’infiltrazione d’acqua. In altre parole, la parrocchia è una casa con pregi e difetti, punti di forza e difficoltà.
In questi primi tre anni di seminario, ho avuto la fortuna di visitare la stragrande maggioranza delle parrocchie della nostra diocesi. Ho visto comunità piene di vitalità, con giovani impegnati e coppie che si prendono cura delle necessità parrocchiali. Tuttavia, ho incontrato anche realtà dove i giovani erano pressoché assenti e le messe domenicali contavano poche persone, con il sacerdote costretto a far tutto.
La nostra arcidiocesi è vasta e le comunità parrocchiali sono diverse, ma i problemi sono simili ovunque. Da decenni ci lamentiamo dell’assenza dei giovani nelle nostre parrocchie. In alcuni casi, cerchiamo nuovi modi per raggiungerli; in altri, li facciamo scappare dalla parrocchia, dalla loro “Casa”. Non parliamo la stessa lingua dei giovani, li screditiamo, li facciamo sentire sbagliati e non comprendiamo le loro difficoltà, perché siamo troppo impegnati a "pensare da grandi, dimenticandoci di essere stati anche noi ragazzi" (cfr. Il Piccolo Principe).
Molti giovani, seppur connessi sui vari social, vivono una vera e propria “disconnessione dalla fede”. Trovano difficile relazionarsi con le pratiche religiose tradizionali e percepiscono la Chiesa come un'istituzione distante e fuori dal tempo. La mancanza di un linguaggio e di modalità comunicative adatte alle nuove generazioni rende complesso il mantenimento di un legame vivo con la fede.
I giovani spesso percepiscono la parrocchia come un luogo poco stimolante, incapace di rispondere alle loro esigenze e interessi. Le attività proposte possono sembrare monotone o non adatte ai loro gusti. La mancanza di spazi di partecipazione attiva porta a un sentimento di esclusione e disinteresse. È essenziale che le parrocchie trovino modi per coinvolgere i giovani in modo significativo, offrendo loro opportunità di esprimersi, di prendere iniziative e di sentirsi parte integrante della comunità.
Il problema principale è la mancanza di senso di appartenenza alla comunità. Dovremmo "creare casa" e non distanze; far comprendere alla gente che la parrocchia è veramente tale quando è abitata, quando ognuno, con il proprio servizio, si mette all’opera facendo ciò che sa fare meglio. Solo sentendosi davvero a casa si può avere cura della parrocchia.
Affrontare le problematiche dei giovani in una parrocchia richiede un impegno costante e un approccio innovativo. È fondamentale che le parrocchie diventino luoghi accoglienti, capaci di rispondere ai bisogni dei giovani e di accompagnarli nel loro cammino di fede e di crescita personale. Questo implica non solo l’adeguamento delle attività e dei metodi educativi, ma anche la creazione di un ambiente di ascolto, di partecipazione, di sostegno reciproco. Solo così la parrocchia potrà continuare a essere un punto di riferimento vitale per le nuove generazioni, aiutandole a trovare senso e direzione nella loro vita.
Se i primi a crederci sono gli “addetti ai lavori”, la parrocchia può davvero essere casa per ogni uomo.
di Louis Manuguerra
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