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Per la visita pastorale L’arcivescovo scrive

Carissimi Presbiteri, Diaconi, Consacrati, Consacrate e fedeli tutti, per la Visita Pastorale che ci accingiamo a vivere ho scelto come titolo e come tema “Un tesoro in vasi di creta” (2Cor 4,7). L’espressione paolina, che mi ha guidato nella preghiera e nel discernimento, va colta, innanzitutto, nel suo ampio contesto, quello della seconda lettera che l’Apostolo indirizza alla comunità cristiana di Corinto: Paolo benedice il Signore che lo ha consolato in mezzo alle tribolazioni e ha dischiuso in lui germogli di perdono. Nei tempi difficili che abbiamo vissuto a causa della pandemia e che ancora viviamo in questo lento ritorno alla normalità, nelle prove che ogni giorno dobbiamo affrontare, nelle difficoltà che ostacolano la corsa della vita, la fiducia nel Dio di Gesù Cristo che consola è certamente un primo segno di speranza. In questo orizzonte di rivelazione, pur sperimentando la fatica del vivere a talvolta del credere, la Visita Pastorale vuole essere gioioso annuncio di salvezza, carezza di misericordia, profezia di santità. Come l’Apostolo ringraziamo Dio per il ministero affidato a ciascuno di noi; ogni giorno chiediamo la forza di «pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue» (At 20,28), di essere in mezzo ai fratelli «profumo di Cristo» (2Cor 2,15). Con la collaborazione di tutto il presbiterio e dei consacrati, desidero mettere con rinnovato slancio il mio episcopato a servizio del Vangelo, della Chiesa che è in Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela, accendere il fuoco di una rinnovata evangelizzazione, comunicare a tutti la bellezza dell’incontro con Gesù: «Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero!» (2Cor 2,14). E tutto questo con la consapevolezza delle nostre fragilità. Sono io in mezzo a voi e prima di voi il “vaso di creta” di cui parla l’Apostolo; la missione di «padre, fratello e amico di ogni uomo» (Giovanni Paolo II, Pastores gregis, 4) è il “tesoro” che mi è stato consegnato non perché rimanga nel recipiente argilloso della mia povera umanità, ma perché sia custodito con fedeltà e integrità e assuma, nell’oggi della storia, i tratti del servizio e di un salutare “travaso di compassione”.

Se perciò la Visita Pastorale è l’incontro del Vescovo con il suo popolo, sono questi i propositi con i quali desidero condurla e viverla. Anche l’applicazione della normativa prevista dal Codice di Diritto Canonico sarà sostenuta dalla coscienza apostolica appena indicata. È mio desiderio, inoltre, che ognuno viva la Visita Pastorale come preziosa occasione di verifica e rilancio della propria testimonianza di fede; il coinvolgimento sinodale scelto come criterio di fondo, mentre richiama il “camminare insieme” dei discepoli del Signore, vuole essere uno stimolo in tal senso. Carissimi, permettetemi di consegnare a ciascuno di voi l’immagine del “tesoro in vasi di creta”. Il “tesoro” che avete ricevuto è la vostra specifica vocazione nella Chiesa, è la bellezza dei doni e dei carismi che vi sono stati generosamente elargiti; rendete grazie al divino Vasaio (cfr. Ger 18,1-6) per la fragilità del “vaso” che siete voi e per il prezioso “tesoro” che vi è stato dato. Noi tutti, creati «con polvere del suolo» (Gen 2,7), siamo segnati dal peccato (cfr. Rom 5,19), ma sappiamo che la nostra debolezza è stata assunta dal Verbo il quale, fattosi uomo, con la sua Morte e Risurrezione ci ha procurato la salvezza e ci ha costituiti “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (cfr. 1Pt 2,9). Noi, “vasi di argilla”, con il nostro niente e nonostante la nostra miseria, siamo continuamente raggiunti e nobilitati dalla grazia che, su noi riversata come balsamo di consolazione, nella Chiesa che è nostra Madre, deve trovare spazi di fraterna condivisione. Mentre auguro a tutti e a ciascuno ogni bene nel Signore, vi affido alla materna protezione di Maria, donna della Visitazione e del Magnificat, e vi benedico di cuore.


+ Giovanni Accolla Arcivescovo Metropolita

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