Preghiera per la Pace 6-7 ottobre Roma
- taborsettepuntozer
- 30 ott 2021
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Un vento di pace all’ombra del Colosseo. Leader religiosi e politici, uniti dall’incontro “ Popoli Fratelli, terra futura” hanno assistito alla cerimonia finale e alla consegna dell’appello di pace da parte dei bambini. All’Incontro di dialogo e di preghiera per la pace, proposto, nello spirito di Assisi, dalla Comunità di Sant’Egidio, tenuto a Roma il 6 e il 7 ottobre scorso, hanno partecipato personalità del mondo religioso, politico, della società civile, della cultura, da 40 paesi differenti. Su i temi al cuore dell’incontro, “Fraternità universale e Terra futura”, “Cura dell’ambiente”, ci si è confrontati in presenza, nella cerimonia di apertura del 6 ottobre e la mattina del giorno successivo attraverso quattro tavole rotonde dal titolo: “La pace è possibile?”; “Ritrovare il noi”; “La cura della casa comune” ed “Il futuro che vogliamo”. La fraternità è un tema certamente cristiano, ma ha una valenza universale, che ci dimostra che siamo tutti fratelli e sorelle, parte di un’unica famiglia umana che cerca di uscire e che può uscire insieme da questa grave crisi sanitaria, economica, sociale del Covid-19, perché ci si salva solo insieme, “siamo tutti sulla stessa barca”, ci ricorda Papa Francesco.
E poi la cura dell’ambiente, che non è solamente cura dell’ambiente in cui viviamo, della nostra Madre Terra, direbbe san Francesco d’Assisi, ma è anche curare la Terra dalle guerre che provocano distruzioni, che provocano morti, che provocano lo sfollamento di milioni di persone. Su questi due temi, Le religioni hanno mostrato che si può camminare insieme, a partire dalle diversità che sono insite in ogni religione. Molta strada è stata fatta dopo l’incontro promosso da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986. Qualcosa di profondo è cambiato. Credenti di ogni religione, un tempo lontani, oggi convergono: soprattutto sono convinti che le questioni dell’umanità vadano affrontate insieme e globalmente. Le Religioni sentono di procedere insieme verso il futuro, perché “il mondo di ieri non c’è più”, ha detto il patriarca Bartolomeo, osservatore appassionato del nostro tempo. E’ emersa una preoccupazione comune: la pace! Papa Francesco, ha gettato l’allarme: “La guerra non è un fantasma del passato, ma è diventata una minaccia costante”. La guerra non è mai una soluzione.
“Io sono responsabile”, ha detto il Presidente della Conferenza dei Rabbini Europei Pinchas Goldschmidt, l’agire dei singoli e insieme, manifesta il risveglio di energie spirituali e solidali, consapevoli che spiritualità e solidarietà camminano insieme.
E’ stato bello vedere la partecipazione di tanti, dalla nostra diocesi presenti Emanuela Gitto di Milazzo vicepresidente dell’Azione Cattolica, Vito Raimondo di Barcellona della Comunità di sant’Egidio e soprattutto il contributo di tanti giovani, che hanno preso la parola, negata dal silenzio della pandemia e dalla prepotenza degli adulti. Alla fine degli incontri credenti di ogni fede hanno pregato per la pace, in luoghi diversi, per poi ritrovarsi al Colosseo: non è un rituale, ma ricordare che “la pace attende i suoi artefici”, ed ancora, bisogna “smilitarizzare il cuore dell’uomo, vendere meno fucili e distribuire meglio i vaccini”, ha detto con forza papa Francesco, richiamato anche dal grande Imam Al Tayyeb.
La cancelliera Angela Merkel, ha auspicato che "questo spirito di comunione si rifletta molto oltre Roma e oltre questa giornata". “Popoli fratelli e terra futura” sono “legati indissolubilmente” – recita l’appello finale, letto dalla rifugiata afghana Sabera Ahmadi - e la pandemia “ha mostrato quanto gli esseri umani siano sulla stessa barca, legati da fili profondi”. La speranza, allora, è in quei bambini festanti che, all’ombra del Colosseo, hanno consegnato tale appello e salutato i leader religiosi.
Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha concluso: “siamo all’appuntamento di un mondo nuovo, decisi a far tesoro della lezione sofferta della storia delle donne e degli uomini, decisi a costruirlo con tutti, specie i poveri e i giovani”.
di Vito Raimondo

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