Progresso regressivo? Adolescenti nella pandemia
Se il primo anno di pandemia è stato vissuto come un senso di rinascita e di scoperta di un mondo nuovo, diverso e digitalizzato con l’affermarsi della didattica a distanza e lo sviluppo di piattaforme che ci permettono di essere collegati anche visivamente, il secondo anno, invece, è stato caratterizzato per gli adolescenti dalla chiusura ad imbuto di questo mondo che rappresenta ormai l’unico mondo vivibile. I nostri giovani annoiati, dopo aver navigato in superficie nelle acque sicure del digitale, sono stati spinti ad immergersi in profondità tanto da vedere la fine dell’iceberg, ovvero un mondo sconosciuto alla maggior parte degli “over” o (da loro etichettati come “boomer”).
La pandemia ha sacrificato uno degli aspetti più importanti per i ragazzi, la relazione con l’altro. L’incontro con i pari, insieme a tutto l’assetto temperamentale e genetico, a quest’età ha l’importante obiettivo della formazione di una personalità ben strutturata che, ahimè, nella maggior parte di loro è venuta a mancare. Questo tassello è stato sostituito da un’anedonia che ha avuto la conseguenza di impersonare il “consumista perfetto” di Serra dove “tutto è acceso, niente è spento… il sogno di un gerarca… che per tenere in piedi le sue mura deliranti ha bisogno che ognuno bruci più di quanto lo scalda, mangi più di quanto lo nutre, illumini più di quanto può vedere…”.
Una generazione che ha cambiato il suo modo di vedere le cose: dalla posizione eretta a quella orizzontale, per affogare inesorabilmente nel mondo del deep web ovvero “mondo sommerso”, una piattaforma digitale dove regna l’anonimato e l’illegalità. La navigazione nelle acque del deep web porta alla conoscenza di un mondo internet tanto inquietante quanto allettante, consolazione di un tempo sospeso in cui sono esaurite le alternative. Le “challenges” su tik tok, invece, sono la dimostrazione della propria esistenza nel mondo della rete, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita, noto è il caso di una bambina di 10 anni di Palermo che involontariamente si è suicidata partecipando alla “blackout challenge”, una prova di soffocamento estremo. Ulteriore aspetto che si lega a quello della relazione è l’incontro con l’altro sesso. La digitalizzazione massiva ha reso possibili incontri online ad hoc, e l’incancrenirsi del “sexting” ha portato ad un’altra dimensione della relazione dove si è vicini senza però potersi toccare. Gli adolescenti sono attratti da un rapporto fittizio fatto di chat e materiale pornografico, che diventeranno ulteriori ingredienti nel calderone della rete. Questo materiale, se regalato alla gogna mediatica, diventa, a volte, fonte di ricatto quando non viene usato da bulli virtuali nelle numerose chat per schernire la vittima di turno, la quale si ritrova al centro di questo vortice da dove venirne fuori non è così semplice.
Il cyberbullisimo, infatti, è un tipo di bullismo non tangibile per cui talvolta sottovalutato e, per la sua ferocia, soggioga la vittima rendendola impotente tanto da portarla a compiere gesti estremi. Auspichiamo, quindi, un celere allentamento delle misure restrittive, contagi permettendo, in modo tale da incentivare i rapporti di socializzazione “reali” e allo stesso tempo guidare i nostri giovani ad un uso più consapevole delle innumerevoli risorse che il web mette a disposizione.
di Antonella Miano
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