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S. TERESA DI LISIEUX. SORELLA NEL CAMMINO DELLA FEDE

Teresa di Lisieux, la cui esistenza in questo mondo è durata soltanto ventiquattro anni, dal 1873 al 1897, è una delle sante carmelitane più conosciute e amate. Nel 1913, a sedici anni dalla morte, Pio X la proclamò «la più grande santa dei tempi moderni»; nel 1925 Pio XI la proclamò Santa e due anni dopo patrona delle Missioni assieme a S. Francesco Saverio. Giovanni Paolo II nel 1997 la proclamò Dottore della Chiesa e la definì «esperta della scientia amoris». Quest’anno è ricco di ricorrenze significative per tutti coloro che sentono Teresa di Lisieux come loro sorella nel cammino della fede: ricorrono i 150 anni dalla sua nascita (1873-2023), i 100 anni dalla sua beatificazione (1923-2023); la Chiesa Cattolica ha indetto il 2023 anno giubilare di S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo; e infine l’UNESCO ha annoverato Teresa di Lisieux tra le donne che con la loro vita, le loro azioni e i loro scritti hanno contribuito a promuovere i valori della pace. Un anno di grazia, dunque, il 2023, occasione propizia per accostarci a questa nostra sorella e assimilarne le profondità del suo cammino spirituale e di fede. Infatti, prendendo le distanze da ogni forma di volontarismo, di rigorismo ascetico e di meritocrazia spirituale – dominanti nella visione spirituale del XIX secolo –, e nondimeno da ogni forma di infantilismo, di superficialità e di mediocrità, Teresa di Lisieux, dopo alcuni mesi dal suo ingresso nel Carmelo (entrò quindicenne il 9 aprile 1888), con tenacia e perseveranza si lasciò affascinare dai vasti orizzonti che le dischiuse il Vangelo, e pian piano, percorrendo i sentieri luminosi e oscuri che le riservò la vita, si lasciò condurre da Gesù – che ella scelse come “Direttore Spirituale” – verso la ricerca e la somiglianza al Suo Santo Volto. In questa ricerca scoprì che la vita cristiana rinasce dalle ceneri del rigorismo ascetico e della meritocrazia spirituale, soltanto se pone al centro il primato della grazia/gratuità di Dio e dell’abbandono fiducioso al Suo amore sapiente e creativo, che nel suo Figlio Gesù ama i piccoli e i peccatori, e non disdegna di sedersi a tavola con loro. In conformità al suo Signore, anche la nostra sorella carmelitana, negli ultimi mesi della sua vita, siederà alla tavola dei peccatori (Ms C, n. 277), sperimentando con essi la “notte del nulla” e sperando nella fede. Ripercorreremo questo suo itinerario di fede nel prossimo numero.

di Fra Egidio o. carm.



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