Minori stranieri non accompagnati
Periodicamente il tema delle migrazioni in Italia assume carattere prioritario nel dibattito pubblico con il rischio però di leggerlo solo alla luce dell’allarmismo sulla questione degli sbarchi a Lampedusa o tramite il frame del decoro e la sicurezza nelle città. Più di cinque milioni di persone con background migratorio impegnati in svariati settori lavorativi dall’industria al commercio, dall’agricoltura al lavoro di cura, o in percorsi di studio, formazione o ricerca, sono ridotte - da un discorso pubblico dominato da sentimenti di paura o di vero e proprio panico morale - ad un problema di ordine pubblico. Da decenni questo clima di paura è ulteriormente fomentato da un’informazione e da un dibattito politico in cui si esasperano le questioni e si ravvivano le solite stantie ricette sicuritarie e razzializzanti per dare agli occhi dell’opinione pubblica fantomatiche prospettive risolutive. Si rilanciano fantasmagorici blocchi navali o ennesimi accordi con paesi terzi, nuovi centri di detenzione e trattenimento di persone nell’illusione dell’effetto deterrenza o di espulsioni che in gran parte dei casi non hanno alcuna possibilità di essere eseguite. Le migrazioni come ci insegnava il sociologo algerino Abdelmalek Sayad sono un fatto sociale totale e affrontarle come epifenomeni legati a crisi geopolitiche momentanee o a fantomatici complotti plutocratici è semplicemente inconcludente. L’unica spiegazione del reiterarsi di queste promesse e dei conseguenti provvedimenti governativi è il riutilizzo in un contesto di migrazioni del cosiddetto “salario della bianchezza” di cui parlò il sociologo William Du Bois a proposito delle politiche di segregazione dei neri negli Stati Uniti. Offrire all’elettorato politiche sfavorevoli e discriminatorie per i migranti può configurarsi come un “salario pubblico e psicologico” per fare in modo che si riconoscano in una condizione di privilegio lungo la linea del colore e possano meno attenzionare le diseguaglianze strutturali che pesano sulla loro esistenza. Nelle ultime settimane si è arrivati anche a mettere in discussione i cardini principali della cosiddetta Legge Zampa che ha in modo organico normato l’accoglienza dei cosiddetti minori stranieri non accompagnati. La legge del 7 aprile 2017 n. 47 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” aveva segnato l’inizio di una fase nuova grazie ad un quadro normativo più chiaro, al ruolo maggiormente definito dei tutori e un uso più ampio dell’affido familiare. La città di Barcellona P.G. in collaborazione con la Parrocchia S. M. Assunta ha aperto così “La Casa di Ismail”. I primi due anni di vita della comunità mi hanno visto impegnato nel ruolo di coordinatore.
di Tindaro Bellinvia
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