Sotto la Sua protezione cerchiamo rifugio
Nella Chiesa il culto e la devozione verso la Madonna sono molto antichi. Non esiste cristiano che non abbia invocato nelle sue tribolazioni il dolcissimo nome di Maria, la Madre del nostro Redentore, e il saluto alla Vergine è la lode che fin da piccoli impariamo da coloro che coltivano e curano la nostra dimensione spirituale. Non è raro che la mattina, in molti paesi e città, compresa la mia, pur vivendo nella moderna e debolmente cristiana società del terzo millennio le campane salutino ancora il nuovo giorno intonando l’Ave Maria.
La devozione e la preghiera alla Nostra Signora del Cielo ci accompagnano dalla nascita alla fine della vita. Anche nelle molteplici espressioni artistiche, musica, scultura, pittura, poesia, canto si esprime la gratitudine per la Theotokos, Madre di Dio e Madre nostra, Colei che con il suo Eccomi, si è fatta cuore e grembo accogliente permettendo che il Verbo ponesse la sua Tenda in mezzo a noi (cf Gv 1,14). L’apostolo Paolo ci ricorda la realtà dell’incarnazione scrivendo che “quando giunse la pienezza del tempo, Dio inviò il Figlio Suo nato da una donna” (Gal 4,4) e quella donna è Maria di Nazareth che a partire da quel primo Fiat ha collaborato in tutta la sua vita al progetto di salvezza di Dio per l’umanità fino al momento supremo, lì ai piedi della croce presso la quale addolorata, assiste impotente alla morte del Figlio amato che la affida a Giovanni e in lui a tutti noi perché possiamo accoglierla nella nostra casa ed amarla con lo stesso affetto filiale (cf 19,27).
Il culto cristiano a Maria non sminuisce la nostra adorazione a Dio perché ha una profonda connotazione cristologica e trinitaria poiché lei è l’Odigitria, colei che ci conduce a Gesù, la Via, la Verità e la Vita. Maria è modello della Chiesa, discepola attenta che ha ascoltato il Maestro e ha conservato le sue parole e i suoi gesti nel suo cuore. Da lei dobbiamo imparare ad accostarci con più costanza ed impegno alla conoscenza della Parola contenuta nelle Sacre Scritture. È l’Ausiliatrice che intercede per chi è in difficoltà e ancora oggi, come a Cana di Galilea dice al Figlio: “Non hanno più vino” (Gv 2,3) esortandolo ad un pronto intervento in tutte quelle situazioni in cui la gioia è venuta a mancare, e il suo invito alla collaborazione è rivolto ad ognuno di noi ed è attualissimo: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5).
Malgrado la diserzione dall’Eucaristia domenicale e l’intiepidirsi della pratica cristiana, credo sia il sentimento amorevole verso la Madre celeste unito alla necessità di vivere gratificanti e intime esperienze spirituali senza implicazioni e complicazioni comunitarie a spingere tantissimi fedeli ad invocarne la protezione, l’aiuto e l’intercessione nei pellegrinaggi e nelle visite ai vari santuari del mondo: di Tindari, del Carmelo, Dinnammare, la Madonna delle lacrime a Siracusa, Loreto, Mariazell in Austria, Medjugorje in Bosnia-Erzegovina, Kewelaer in Germania, Częstochova in Polonia, Lourdes in Francia, Fatima in Portogallo, Aparecida in Brasile, Guadalupe in Messico, Kibeho in Ruanda, Vailankanni in India…
Il culto a Maria trova la sua espressione anche nelle feste liturgiche a lei dedicate e nelle preghiere mariane come il Rosario, nel quale attraverso la proclamazione dei vari misteri si contempla la vita di Gesù nel suo svolgersi salvifico. E nelle Litanie il fedele non si stanca di dedicarle la lode con parole e titoli che dicono il nostro filiale affetto.
A Santa Maria, madre del Redentore e dei redenti, con preghiera incessante tutti facciamo ricorso innumerevoli volte per superare le difficoltà che sorgono e nelle sue mani buone consegniamo tutte le nostre preoccupazioni, certi che Lei, onnipotente per grazia le presenterà alla Santissima Trinità che non le saprà dire no.
di Pina Torre
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