Sulla soglia, l’Altro
Parlare di accoglienza, di ospitalità (problema più attuale che mai) vuol dire affrontare il tema dell'altro e del rapporto con l'altro, soprattutto con chi evidenzia maggiormente la sua alterità rispetto a noi perché straniero o di un'altra cultura o religione. Nella mentalità biblica l'uomo vivente è un uomo in relazione, un uomo capace di vivere insieme agli altri, e sappiamo bene quanto sia difficile intendere la vita come spazio da condividere. Troppo spesso si tratta del nostro piccolo spazio da difendere dagli altri o da cui scacciare coloro che riteniamo diversi da noi. La rivelazione biblica, invece, è la rivelazione di JHWH quale il Dio degli altri: Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe; il Dio di Gesù; di tutti i testimoni dell'Antico e del Nuovo Testamento; dei giusti e dei santi di ogni tempo e luogo. << Il Dio che ci è stato rivelato è quello che altri mi hanno fatto conoscere >> (cit.). Oggi constatiamo una particolare difficoltà ad aprirci realmente all'altro, la nostra è l'epoca del soggettivismo esasperato che guarda unicamente alla riuscita del singolo ed educa all'egoismo più meschino, e questo vale sia a livello di singoli che di popoli. Influenzati da questa pseudo cultura, rischiamo di essere talmente concentrati su noi stessi da pretendere che il mondo debba girare solo intorno a noi e non ci accorgiamo che ognuno è solo una parte, sebbene significativa, del tutto. Come aprirsi alla vera scoperta della persona? Qual è la strada? << Come sollevare lo sguardo per riuscire ancora a incontrare altri occhi che dicono vita? >> (cit.). E' urgente reimparare uno stile di vita che ci aiuti a sentirci creature accanto ad altre creature, a scoprire l'importanza dell'attenzione all'altro, al più piccolo e indifeso, ai milioni di bambini non nati, alle migliaia di sorelle e fratelli lasciati a morire in mezzo al mare senza il minimo rimorso, alle piccole cose, alla ferialità. Per noi cristiani l'esperienza dell'alterità prende senso nel volto di Gesù di Nazareth: Gesù è l'Altro che si fa prossimo, che offre la sua vita perché io possa avere vita diventando <<l'Altro per me>>, l'Altro di cui non posso fare a meno. A partire dall'esperienza dell'Esodo scopriamo il volto di un Dio amante degli ultimi, di coloro che sembrano insignificanti agli occhi dei potenti, di un popolo di schiavi, pura forza lavoro, che non hanno meriti per avanzare pretese, né davanti agli uomini né davanti a Dio. Eppure proprio per costoro Dio si scomoda e abbandona le altezze e i cieli dei cieli e scende a liberarli dalla loro schiavitù (cfr. Es 3). Questo è il Dio di Israele, questo è il Dio di Gesù di Nazareth, questo è il nostro Dio, un Dio costantemente presente nelle vicende umane, un autentico Go'el, colui che riscatta e libera gli oppressi da ogni schiavitù. L'esperienza della liberazione dalla schiavitù d'Egitto rimarrà indelebile per Israele e sarà punto di riferimento e norma costante di fede e vita. Ritroviamo il volto del Dio dell'Esodo nella parabola di Gesù buon Samaritano (Lc 10,25-37) che, di fronte al malcapitato, gli passa accanto, lo vede, ne ha compassione, gli si fa vicino, fascia le sue ferite, versa olio e vino, lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta all'albergo, si prende cura di lui, incarica altri perché se ne prendano cura, paga di persona per il presente e per il futuro: veramente un Dio esagerato il nostro! Il cristiano è, per vocazione, l'uomo della soglia, come Abramo che sulla soglia della tenda, alle querce di Mamre, accoglie tre sconosciuti riconosciuti come il suo Signore. È l'attenzione e lo stile del Samaritano che sa farsi prossimo all'umanità ferita e lo fa in silenzio, con competenza e con umiltà, con un amore così sovrabbondante che diventa contagioso per gli altri. È questo il cammino verso la relazione filiale, e di conseguenza, un cammino di fraternità. << Essere uomini sulla soglia significa impedire che si chiuda la porta per permettere a coloro che aspettano fuori di entrare, ma significa anche dire a quelli che sono dentro la Chiesa: questa è la porta, uscite perché è il mondo il luogo dove Gesù, il Risorto, il Vivente vi invia >>
di Santino Coppolino
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