Teologia? Esperienza di fede
Tra le cose che si fanno in un cammino di discernimento vocazionale, ce n’è una che non può assolutamente mancare: lo studio della teologia; una tappa essenziale, di fondamentale importanza.
Ma cos’è la “Teologia” e perché è così importante? Partendo dall’etimologia di questo termine, possiamo affermare che essa è la disciplina che studia Dio e tutto ciò che lo riguarda. Nelle facoltà teologiche, prima di accedere allo studio della teologia è necessario frequentare un biennio di filosofia; questo perché “non possiamo conoscere Dio se prima non conosciamo noi stessi”, e quindi l’uomo. È ovvio che lo studio della teologia non è rivolto e riservato solamente a preti, seminaristi e suore, anzi, è aperto anche ai laici. Sono parecchi, infatti, i laici che studiano teologia. C’è chi lo fa per insegnare religione nelle scuole; c’è chi è semplicemente affascinato da queste materie; c’è invece chi vuole vederci di più, per maturare la propria esperienza di fede. Si, la teologia è innanzitutto “esperienza di fede”, perché muove i suoi primi passi partendo dalla Parola di Dio che è appunto “lumen fidei”: luce della fede. Senza la fede è impossibile la teologia, perché essa non è una scienza sperimentale dove c’è bisogno solo di uno sforzo della ragione. “Dio non si può ridurre ad oggetto. Egli è Soggetto che si fa conoscere e si manifesta nel rapporto da persona a persona” (Lumen Fidei, 36).
Fare teologia significa innanzitutto rispondere al fascino di poter “dire Dio” (θεός, Dio- λόγος, parola). Certo, non ci offre su un piatto d’argento tutte le risposte, ma ci da gli strumenti per poter approdare alla risposta. Ci aiuta a vedere con occhi nuovi, secondo un’altra prospettiva, tutto ciò che ci circonda.
La teologia perciò aiuta l’uomo a maturare la propria esperienza di fede; gli permette di conoscere Dio, di orientarsi nella vita seguendo la Sua Parola. Studiarla è necessario: è una ricchezza, perché con essa si può toccare Dio e allo stesso tempo “lasciarsi toccare” da Lui. Certo, è necessario innamorarsi: “perdere la testa” per un Dio umano, che è Amore… lasciarsi raggiungere dalla Sua Parola per diventare strumenti di salvezza, risorti con il Risorto.
Bisogna pregare, è chiaro. La teologia si studia in ginocchio. È necessario che sia così; perché la teologia, quella vera, quella che ti fa “dire Dio” agli altri, fa si che la tua fede sia energica, viva, frizzante, esplosiva… come una mentos nella coca-cola. Solo così studiarla ci renderà davvero ricchi; solo così saremo dei veri cristiani on the road: innamoráti e catturati dal Vangelo.
di Louis Manuguerra
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