Tra la folla, un accogliente silenzio
Da circa un mese con la comunità del Seminario ci siamo trasferiti nella casa di piazza dei Crociferi nel pieno centro di Roma, a due passi, per intenderci, dalla famosissima Fontana di Trevi. Alla casa è annessa la chiesa di Santa Maria in Trivio e qui riposano le spoglie mortali di San Gaspare del Bufalo. E’ una folla incalcolabile di persone quella che ogni giorno transita per questa strada, che si mette in posa davanti ad uno dei monumenti più conosciuti al mondo, che fa la fila per adempiere al “rito” del lancio della monetina; sono tantissimi i visitatori che si assiepano all’interno e all’esterno dei ristoranti e dei bar che fanno da cornice alla fontana e che ogni sera deliziano, residenti e turisti, con le musiche e le canzoni più in voga del momento. Tra le tante porte spalancate ininterrottamente durante il giorno qui nei dintorni c’è anche quella della nostra chiesetta, ma non c’è la folla che fa ressa per entrarci e tra quelli che ne varcano la soglia non è difficile distinguere il turista alla ricerca di non sa nemmeno lui troppo bene cosa, se non l’aggiungere una visita alle infinite chiese di Roma, e il fedele che da pellegrino vi entra certo di trovare ascolto. E’ un edificio piccolo rispetto alla maestosità dell’opera d’arte che sta a fianco, non si sente provenire dall’interno la voce di artisti e cantanti famosi, non si vendono gadget, non si può comprare un buon gelato o sorseggiare del caffè… nel suo accogliente silenzio offre altro a quanti desiderano sostarvi, offre la possibilità di un incontro vero e profondo con Qualcuno che è pronto a ricevere gioie e dolori, speranze e paure, successi e fatiche, sorrisi e lacrime. Tra la folla della Palestina di duemila anni fa Cristo non esitava a camminare, a incontrare volti, a scorgere gli stati d’animo di quanti gli passavano di fianco, eppure erano pochi, rispetto alla moltitudine, quelli che davvero camminavano con lui e solo una donna - almeno in uno dei racconti evangelici - che aveva forti perdite di sangue, riemerge coraggiosamente dalla massa per toccare - e così incontrare personalmente - quel Maestro che guarisce e ridona Vita. “Dio esiste. Io l’ho incontrato!”: così scrive dirompente André Frossard in un libro autobiografico in cui racconta di come da giovane ateo, non interessato alle cose di religione, in un pomeriggio qualunque, cercando un amico all’interno di una cappella di Parigi, incontra per la prima volta nel Santissimo Sacramento, un altro Amico e di come poi da quel momento non potrà più negare l’esistenza di Dio, perché lui l’ha incontrato, ha incontrato la Verità che è qualcuno, é Cristo Gesù. Tra le folle del nostro tempo e di ogni luogo, per noi cristiani - i “pochi” visitati e continuamente guariti sulla strada della nostra esistenza dalla presenza del Risorto - resta attuale l’esortazione di papa Francesco ad essere sempre “discepoli-missionari” (E. G. 120), capaci di testimoniare con la vita l’amore salvifico di un Signore che, al di là delle nostre mancanze e imperfezioni, non si stanca di camminare, di aspettare e di incontrare quanti desiderano cercarlo personalmente con cuore sincero.
di Gabriele Panarello
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