
Tra le cure del pastore
- taborsettepuntozer
- 5 giorni fa
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Il ministero del presbitero è, anzitutto, dedicato alla cura del popolo santo di Dio perché sia formato alla luce della Parola di Dio, nutrito dalla grazia dei Sacramenti, educato alla testimonianza di vita attraverso un costante esercizio della carità a favore del prossimo e così sia manifestata la presenza del Regno di Dio nelle vicende quotidiane. Ogni prete, come amava dire papa Francesco, deve avere “l’odore delle pecore”, pastore in mezzo al gregge. E il camminare insieme alle pecore, ora dinnanzi al gregge, ora in mezzo, ora standogli dietro, richiede amore: un servizio di amore, “… sit amoris officium pascere dominicum gregem” diceva sant’Agostino (In Io. Ev. tract. 123, 5: PL 35, 1967).
Il prete parroco di una comunità, piccola o vasta che sia, si trova onerato da notevoli incombenze che potrebbero un po’ falsare o distorcere la sua vera identità di pastore. Seppure coadiuvato dai laici del Consiglio pastorale e da quello per gli affari economici e pur sempre lui a dover rispondere, nella qualità di rappresentante legale dell’ente parrocchia, dell’amministrazione del patrimonio, della custodia e tutela dei beni immobili, dei beni artistici, da quelli architettonici a quelli scultorei (marmorei, lapidei, lignei), agli argenti e agli ori, ai filati ed ai tessuti, e non da ultimo dei beni archivistici.
Il mio primo incarico di parroco risale al lontano 1989 a Pace del Mela, poi dal 1998 al Duomo di Milazzo, dal 2011 a Pozzo di Gotto, e da sempre ho cercato di non trascurare nessun settore della vita pastorale parrocchiale. A ben pensarci ho dovuto acquisire lungo gli anni, a mie spese e non poca fatica, conoscenze e competenze in ambiti a me non congeniali e per i quali la formazione del Seminario o degli studi teologici non mi ha dato nessun contributo.
Sono grato a quanti giorno per giorno mi hanno accompagnato nella crescita umana, culturale e spirituale e coadiuvato, e tutt’ora mi collaborano nella cura pastorale. Davvero è molto di più quello che ricevo che quello che do.
Ai formatori dei futuri presbiteri suggerirei di integrare nel loro curriculum di studi anche discipline che li aiutino ad amministrare i beni della chiesa.
Da parte mia ricordo sempre a me stesso di aver appreso dagli scout un programma di vita consegnato loro da Baden Powell: “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non avere sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del vostro meglio”.

di Mons. Santino Colosi
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