Un anno per la famiglia, con la famiglia
Il 19 marzo prossimo l’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia di papa Francesco compirà 5 anni.
In vista di questo anniversario il vescovo di Roma proprio il 19 marzo 2021, solennità di San Giuseppe, sposo di Maria e custode della Santa Famiglia di Nazareth, ha deciso di inaugurare l’anno Famiglia Amoris laetitia che si concluderà a giugno 2022 quando egli presiederà il X incontro mondiale con le famiglie. Questo documento che esalta la bellezza e la gioia dell’amore coniugale è una delle pietre basilari del suo pontificato anche se si ha la percezione che non sia stato adeguatamente approfondito in tutti i suoi contenuti. Solitamente lo si sminuisce soffermandosi esclusivamente sul capitolo 8, laddove si affronta la questione della Comunione ai divorziati risposati. Papa Francesco intende ancora una volta sottoporlo alla nostra attenzione, darci l’opportunità di rileggerlo nella sua completezza ed integralità e soprattutto applicarlo nella vita.
Quest’anno speciale promulgato dal papa sottolinea in modo incisivo che la famiglia è al centro della sollecitudine e della preoccupazione della Chiesa intera. Bisogna mettere in campo tutte le forze e le risorse disponibili per accogliere, coinvolgere e accompagnare questo primo nucleo della società e della stessa comunità cristiana. La Chiesa è infatti “famiglia di famiglie”. La pandemia ha ulteriormente aggravato la crisi che l’affligge da tempo ed il tentativo per superarla non può prescindere da un forte e nuovo rilancio della pastorale familiare. Il papa è consapevole che c’è un mutamento culturale che da parecchi anni ha messo in crisi il modello tradizionale di famiglia basata sul matrimonio. Oggi assistiamo ad una pluralità di modelli familiari e da quello patriarcale di un tempo si è giunti alla famiglia con un solo genitore. La famiglia che dovrebbe essere il luogo naturale in cui si esprime l’amore, la cura, la fiducia, la solidarietà, spesso implode e all’interno di essa si sperimenta l’incomunicabilità, il rancore, la presenza invasiva dei social, la difficoltà economica, il conflitto, l’aggressività che sfocia in violenza. I dati statistici ci dicono inoltre che non tutti desiderano “metter su famiglia” infatti calano le nascite, aumentano le convivenze, le separazioni, i divorzi. La precarietà che contraddistingue la società moderna rende difficile fare progetti a lungo termine, si rimane più a lungo nella famiglia di origine, si posticipa la ricerca di un figlio così a lungo che a volte è troppo tardi. Il cambiamento è anche nel valore che si attribuisce al matrimonio sempre più visto come un inutile e formale atto burocratico. Ciò che per molti conta oggi è lo stare bene a livello individuale, ricercare il proprio benessere personale senza impegni e sacrifici; a rapporti impegnativi e duraturi si preferiscono relazioni brevi che non comportino grandi responsabilità.
Ed ecco che in questa società individualista e narcisista nella quale viviamo, papa Francesco torna indomito a far risuonare il vangelo della famiglia: l’uomo e la donna celebrando il Sacramento del matrimonio, mediante il loro libero consenso, si donano responsabilmente l’uno all’altro e ricevono da Dio la grazia che li sostiene nel costruire il loro nucleo familiare e li rende capaci di testimoniare la bellezza dell’amore umano diventando “una carne sola” senza perdere la propria individualità. La famiglia è un dono per la Chiesa e deve essere non solo oggetto dell’azione pastorale ma soggetto protagonista di essa. Numerose saranno le iniziative spirituali e culturali da lui promosse in questo anno della famiglia per confrontarsi ed affrontare le sfide che questo nostro tempo riserva: matrimonio, fragilità della coppia, difesa e cura della vita, politica, uso dei social, educazione dei figli, rispetto del creato, educazione all’affettività, rapporto con i bambini e i giovani, attenzione alle persone anziane. Sono state già programmate numerose attività nelle quali saranno coinvolte coppie di sposi al fine di raggiungere ogni famiglia nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle università, nei movimenti ecclesiali e nelle associazioni familiari. Il papa raccomanda di curare la preparazione al matrimonio cristiano dei fidanzati ma anche di potenziare l’accompagnamento delle giovani coppie e di quelle in crisi e “ferite” nel patto coniugale e soprattutto di coinvolgere sempre di più e meglio gli sposi nelle strutture diocesane e parrocchiali affinché possano collaborare nella formazione degli operatori pastorali, con i seminaristi e i presbiteri per dare a questi ultimi gli strumenti per combattere ed affrontare le sfide che il futuro ci riserva. Malgrado le correnti e i venti contrari che da più parti ostacolano la famiglia, essa deve diventare attraverso la testimonianza degli sposi luogo di annuncio della bellezza dell’amore umano vissuto come tenerezza e dono di sé.
di Pina Torre
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