
Un percorso di vita Verso il diaconato permanente
- taborsettepuntozer
- 15 ore fa
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La Didachè (I sec. d.C.) ci testimonia che, nella comunità cristiana nascente, i diaconi erano responsabili della vita della Chiesa riguardo alle opere di carità in favore delle vedove e degli orfani [...]. Le loro attività erano senza dubbio connesse con la catechesi e probabilmente anche con la liturgia. Poi, lungo i secoli, questo ministero ordinato, è scomparso o, meglio, è stato trasformato come un “passaggio” per diventare preti. In attuazione del Concilio ecumenico Vaticano II, il diaconato è stato ripristinato come ministero “specifico” come il presbiterato e l’episcopato. Così nella nostra diocesi da oltre quarant’anni c’è un folto gruppo di diaconi “permanenti”
Da quattro anni sto maturando sempre più la consapevolezza di voler seguire il Signore sulla via del servizio alla Chiesa ed ai fratelli nel ministero del diaconato.
Il mio cammino di discernimento mi vede impegnato in una seria ed intensa preparazione teologica, umana, spirituale e pastorale, utile per comprendere e maturare quanto il Signore mi chiede.
Sono diverse le esperienze che sto portando avanti e che mi formano giorno per giorno: gli studi teologici presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina; l’esperienza pastorale presso la parrocchia della Trasfigurazione del Signore Gesù Cristo in Milazzo; l’esperienza di carità presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Per comprendere sempre di più il progetto di Dio su di me ho deciso di aprire il cuore alla novità del Vangelo, a mettermi in ascolto delle necessità degli altri, ad essere pronto al servizio dei fratelli, soprattutto dei poveri e di quanti sono abbandonati dalla società.
Motivato e spinto dall’azione dello Spirito Santo, da circa un anno, assieme al cappellano Fra Gimmi Palminteri stiamo provando a coinvolgere, ed a sensibilizzare, anche le comunità parrocchiali del nostro vicariato di Barcellona Pozzo di Gotto - e non solo - al servizio della carità a favore dei fratelli carcerati che, seppur con pesi gravi per le loro condotte, hanno bisogno del conforto e dell’incoraggiamento della Chiesa per riprendere in mano la propria vita, per intraprendere nuove strade.
Tramite la presenza mia, e delle comunità che di volta in volta sono state presenti presso l’istituto carcerario, ho potuto leggere in filigrana la presenza di Cristo che si fa presente in mezzo a noi, che passa e chiama ciascuno, così come Gesù, passando, chiamò Zaccheo e decise di fermarsi nella sua casa. Quella condivisione che ha prodotto la conversione e la salvezza per quell’uomo è possibile attuarla ancora oggi! Credo fortemente che il nostro compito sia quello di rendere presente Cristo nella sua interezza.
Il fondamentale servizio della carità, compito precipuo del diacono, debba essere contagioso, debba poter invogliare altri al servizio, promuovendo azioni che edifichino la fraternità ecclesiale, attraverso la valorizzazione dei carismi e dei ministeri di ogni battezzato puntando con determinazione alla formazione di cristiani motivati e consapevoli del nome che portano.
di Michelangelo Munafò
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