Un viaggio insieme
- taborsettepuntozer
- 27 apr
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Mentre scrivo questo articolo (l'11 aprile) sono costretto a leggere sulla prima pagina del quotidiano 'Libero' un editoriale di Daniele Capezzone dal titolo 'Il palese legame tra crimine e immigrazione' e, contestualmente, e più in generale a leggere di continue e presunte emergenze sociali in alcuni quartieri di Barcellona. In entrambi i casi, nel dibattito pubblico i migranti sono il capro espiatorio di storture altre e di vere e proprie generalizzazioni che niente hanno a che vedere con le storie e i vissuti delle comunità e, spesso, dei singoli che vivono nel nostro territorio.
Qualche giorno prima, mi era capitato di leggere sul web che il film 'Io capitano' di Matteo Garrone sarebbe stato trasmesso da Rai 1.
Non sono riuscito a rivederlo, e probabilmente è stato un bene, perché per una decisione distributivamente scellerata, ho saputo dopo, il film è stato trasmesso in prima serata interamente doppiato. Perdendo la sua autenticità, io credo, e certe sonorità e musicalità dei vari dialetti parlati dai due protagonisti e non solo. Le lingue, dunque. E le storie. Cosa ci racconta Garrone? Nient'altro che una fiaba dove ci sono: uno stregone, i cattivi aguzzini, i sogni, la strada perduta e poi ritrovata insieme, la salvezza, la morale della salvezza. E un miscuglio di tante lingue quante sono le variabili nelle vite delle persone.
Cosa ci vuole dire Garrone? Che l'essere umano impara nel viaggio quel che gli servirà nella vita nuova, impara dall'orrore, dalla solidarietà, dall'essere per gli altri.
Spegnendo la TV e riflettendo sui luoghi in cui noi viviamo l'uno accanto all'altro, cos'altro ci serve per comprendere la ciclicità di questa lezione morale? Ritornare all'empatia dei vissuti tessendo la tela insieme, e guardando alle stesse ingiustizie che viviamo insieme in una provincia della provincia del mondo, potrebbe aiutarci a metterci in viaggio insieme, per rendere un posto migliore il nostro pianerottolo, il nostro quartiere, la nostra città.
Nostra, appunto.
di Antonio Nunzio Isgrò

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