Una “nota” mariana opportuna “MATER POPULI FIDELIS”
- taborsettepuntozer

- 3 giorni fa
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La Nota dottrinale “Mater Populi Fidelis”, pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede e approvata da Papa Leone XIV, affronta, con chiarezza, e profondità uno dei temi più delicati e sentiti della fede cristiana: i titoli attribuiti a Maria e il loro autentico significato. Questo documento non solo è in linea con la tradizione della Chiesa, ma riecheggia anche importanti documenti magisteriali come la “Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II e la “Redemptoris Mater” di San Giovanni Paolo II, fornendo un orientamento sicuro alle molte opinioni e discussioni che, spesso, emergono tra i devoti e nei dibattiti pubblici. Sin dalle prime righe, la “Nota” proclama con autorevolezza che Maria è, prima di tutto, la Madre dei credenti e del popolo dei fedeli: la prima discepola di Gesù. Questa verità fondamentale attraversa la Scrittura e la tradizione della Chiesa ed è il fondamento di ogni genuina devozione mariana. Il documento chiarisce che titoli come “Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie”, (pur presenti nella tradizione popolare e talvolta utilizzati dai Pontefici del passato, come Pio X, Pio XI, Pio XII e, in alcune occasioni da San Giovanni Paolo II) non possano mai essere interpretati come se Maria avesse un ruolo alla pari con Cristo. La mediazione “unica e universale” di Gesù rimane sempre al centro: solo Lui è il Redentore, solo Lui è la fonte di ogni grazia. Maria, con il suo “fiat” (“avvenga”) e la sua fede, partecipa all’opera della salvezza, ma sempre in modo “subordinato” e materno. La Nota ripercorre anche il cammino storico e dottrinale della Chiesa su questo tema. Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha scelto con saggezza di non utilizzare più il titolo di Corredentrice per ragioni dogmatiche, pastorali ed ecumeniche. I Pontefici successivi hanno ribadito con forza che tale titolo, se usato impropriamente, “rischia di offuscare il ruolo esclusivo di Cristo”. Il Pontefice Benedetto XVI, in modo particolare, ha spiegato che il termine Corredentrice non appartiene al linguaggio biblico e patristico e rischia di generare confusione teologica; Papa Francesco, invece, ha insistito sul fatto che Maria non si fosse mai definita corredentrice, ma madre e discepola. Trovo particolamente significativa questa scelta della Chiesa di attribuire a Maria titoli più fedeli al Vangelo, come Madre dei credenti, Madre spirituale e Madre della grazia, che rispecchiano con maggiore verità la missione di Maria nella storia della salvezza. Dal punto di vista etimologico, il termine Corredentrice deriva dal latino cum (“con”) e redimere (“riscattare, redimere”). L’attributo, infatti, esprime l’idea della collaborazione di Maria all’opera redentrice di Cristo, ma il documento ribadisce che questa cooperazione è “partecipata” e “subordinata”. Maria non aggiunge nulla all’opera di Cristo, ma vi partecipa come madre e credente, nella totale dipendenza dal Figlio. Tutti i titoli mariani, dunque, devono essere interpretati alla luce di questa verità fondamentale: Gesù è l’unico Mediatore e Salvatore, e Maria è colei che ci aiuta ad accoglierlo con cuore aperto e fede sincera. La nota Mater Populi Fidelis ci ricorda con grande rispetto che la grandezza di Maria risiede tutta nel suo essere madre e discepola, esempio di fede, umiltà e obbedienza, sempre al servizio del Signore. E’ un forte invito, infatti, a riscoprire Maria nella sua dimensione biblica e concreta, come donna del popolo che ha creduto nella Parola di Dio e l’ha condivisa con il mondo. La devozione mariana, pur rimanendo viva e profonda, deve sempre mantenere lo sguardo rivolto a Cristo: “Tutto ciò che nella tradizione è autentico resta valido solo se orienta al Figlio, unica fonte di salvezza”. In questo modo, “la fede resta luminosa, la Chiesa fedele alla sua missione, e Maria emerge nella sua luce più pura: la Madre che ci guida, con dolcezza e fermezza, verso Gesù”.

di Riccardo Bongiovanni





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