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Una persona eucaristica

Non può esistere un cristiano cattolico la cui esistenza, in qualche modo, non sia improntata all'Eucaristia. Non mi riferisco solo alla celebrazione eucaristica, ma anche alla preghiera e all'adorazione davanti al Santissimo, alle veglie eucaristiche e a tanto altro, perché il tabernacolo è da sempre il cuore pulsante della spiritualità di ogni cristiano. «Sei andato a salutare il Padrone di casa?», era il modo simpatico e semplice - con l'aggiunta a volte di qualche scappellotto affettuoso - che avevano i salesiani della mia fanciullezza di invitarmi a far visita al Divin Prigioniero. «Dalla mensa eucaristica ha origine la vita d'ogni cristiano e di fronte al tabernacolo si stempera ogni fatica del vivere» (cit.). Pur tuttavia c'è l'impressione che la vita eucaristica, così come è vissuta ordinariamente, sia incompleta. Non mi riferisco ai peccati e alle infedeltà personali (sono da mettere in conto), quanto piuttosto alla mancata percezione di un appello che emerge dal mistero eucaristico, perché da esso venga fuori l'uomo nuovo, ad immagine di Cristo. Quale tipo di uomo è rivelato da Gesù nell'Eucaristia? Quali sono le caratteristiche di un credente, di una comunità il cui cuore pulsante è l'Eucaristia? Una persona eucaristica è senza dubbio una persona per gli altri, cristiani che sanno di essere al mondo per vivere relazioni d'amore e comunicare vita. Non c'è nessuno che può vivere da solo come se gli altri non esistessero, fosse anche il criminale più incallito, nessuno può definire sé stesso a prescindere dalla realtà umana in cui si trova immerso. L'uomo eucaristico è un uomo maturo nella fede nella misura in cui è capace di intrecciare relazioni ispirate al Vangelo, a diffondere vita e gioia; non spezza gli altri ai desideri e ai progetti di vita suoi personali, ma si spezza per gli altri che intende servire. Sa bene che custodire la vita dei fratelli fino a far dono della propria non rappresenta uno svuotamento, una perdita, ma una vera realizzazione di sé. Sono donne e uomini eucaristici quanti diventano punti di riferimento per gli altri, creano relazioni d'amore sempre aperte alla vita, intercedono nelle contese, spesso pagando di persona, per seminare la pace. Accolgono tutti con amore, sono un porto sicuro dove approda ogni sconforto, guide che aiutano a trasformare le tante valli di lacrime in sorgenti di gioia. Per costoro il mondo è una comunità da amare con tenerezza, sempre animati da un amore universale, rendono cari e unici i volti che incrociano, perché solo l'amore manifesta la bellezza che è l'altro e «abilita ad ascoltare quella Parola, unica e insostituibile, che Dio ha detto creandolo» (cit). Un amore che toglie all'io ogni protagonismo e ogni pretesa trasformandolo in gratuita disponibilità perché si instauri il Regno di Dio. Mentre molte persone non sono capaci di sopportare la loro dolorosa esistenza e la caricano sulle spalle degli altri, che sotto il peso potrebbero crollare, ci sono sorelle e fratelli che, per pura grazia, trovano in queste situazioni spazi per una fraternità che non esclude nessuno. «Donne e uomini così sono il luogo teologico dove incontriamo Dio, un luogo di ospitalità per ogni diverso. In una parola: la patria della pace. Come Gesù» (cit.).

di Santino Coppolino



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