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Una presenza d’amore lunga 400 anni a Barcellona Pozzo di Gotto

Correva l’anno di grazia 1622 quando l’arcivescovo di Messina Andrea Mastrillo autorizzava l’erezione canonica in convento della piccola dimora costruita dai frati Minori osservanti nell’allora casale di Barsalona. “Fiore novello, conforto spirituale di questa popolazione, prodigo di religiosi esemplari” è descritto in una cronaca del ‘600. Quattro secoli di storia, segnati dalla soppressione ottocentesca delle corporazioni religiose, che comportò l’allontanamento forzato dei frati e l’utilizzo del complesso conventuale per usi civili e militari. Nel 1920 i religiosi fecero ritorno a Barcellona, sollecitati dall’allora arciprete Nunziato Bonsignore. In quegli stessi anni i frati prestarono il loro servizio anche presso l’Arcipretura di Pozzo di Gotto. Infatti - visti gli enormi disagi affrontati a Sant’Antonino, a causa dell’occupazione del convento da parte della manifattura dei tabacchi, e data la penuria di sacerdoti a Pozzo di Gotto - il provinciale del tempo aveva pure accettato per i religiosi l’ex oratorio dei padri Filippini, attiguo alla chiesa dell’Idria. Sistemate sei stanzette, vi si stabilirono alcuni frati, senza tuttavia beneplacito apostolico, ma con la sola approvazione dei sacerdoti locali: situazione atipica con due case religiose molto distanti nella stessa città, un solo guardiano come superiore, un sacerdote per Barcellona, due per Pozzo di Gotto e un fratello laico per parte. Nel 1922 il nuovo provinciale p. Luigi Salvo avrebbe voluto chiudere la dimora di Pozzo di Gotto, ma dovette desistere dal suo proposito, viste le pressioni esercitate dall’arcivescovo che si ritrovava senza sacerdoti per sostituire i frati. L’anno successivo, comunque, i religiosi lasciarono definitivamente la residenza di Pozzo di Gotto anche perché, durante i lavori di ristrutturazione della chiesa di S. Maria Assunta, il conventino servì come sede temporanea per l’arciprete Maggio. Il 2022 ha visto l’indizione di un anno giubilare, concesso da Papa Francesco al Santuario di Sant’Antonino in occasione del quarto centenario di fondazione del convento. Tu sei Bellezza! È il tema di questo Anno di Grazia. Tu sei Bellezza! È l’esclamazione di Francesco dopo l’incontro con il Serafino alato sul monte della Verna. Tu sei Bellezza! È la preghiera di Chiara, frutto della costante contemplazione del mistero dell’incarnazione e della passione e morte del Signore Gesù. Un Cristo che profeticamente i salmi descrivono come “il più bello tra i figli dell’uomo” e che, allo stesso tempo, è contemplato da Isaia come Colui che “non ha apparenza né bellezza”. È questo Cristo che hanno trovato Francesco e Chiara e del quale si sono profondamente innamorati, fino a donargli la propria vita. Possa ognuno di noi ricercare in Dio questa bellezza e con sant’Agostino esclamare: “Oh bellezza tanto antica e sempre nuova!” Il beato Gabriele M. Allegra traduttore della Bibbia in Cinese, a destra, con p. Leopoldo Intelisano, suo maestro di noviziato, eletto il 29 aprile 1922 superiore nostri venerabilis conventus S. Mariae Odigitriae civitatis Putei Gothi, in una foto scattata nel 1973 presso il convento di Sant’Antonino.


di Mario Barresi




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