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Una presenza La signorina Giuseppina Grasso

La sera di sabato 10 maggio dell’anno giubilare 2025, Giuseppina Grasso all’età di 96 anni (era nata il 29 novembre 1928) ha lasciato questo mondo per tornare al Creatore di ogni vita. Per i più giovani della Comunità parrocchiale di S. Maria Assunta il suo nome dice poco, ma per tanti operatori pastorali, volontari impegnati nel sociale, ex alunni, famiglie, richiama un volto e un’esistenza ricchi di bene e di generosità.

Tra noi c’è stato un grande affetto. Ci siamo conosciute 35 anni fa quando, in occasione del battesimo della mia secondogenita, lei venne a casa mia, mandata dal parroco per la catechesi battesimale. Ricordo che in quei due incontri parlammo di tante cose, e tra le pieghe del nostro discorrere, con la sensibilità di donna abituata ad ascoltare e a guardare in profondità, colse in me i segni di una latente ricerca di Dio. In quel periodo, qualche visita dei Testimoni di Geova mi aveva confuso e turbato e Giuseppina mi aveva consigliato di approfondire la mia relazione con il Signore e con la Chiesa dalla quale mi ero allontanata dal tempo della mia adolescenza, proprio come accade oggi a tanti ragazzi e ragazze. Io non so perché lo fece e a ben pensarci non gliel’ho mai chiesto, ma Giuseppina in quell’occasione mi indirizzò verso gli studi teologici. In quel periodo presso il Cenacolo dei Padri Venturini a Calderà c’era una sorta di sede staccata dell’Istituto Teologico Ignatianum di Messina, ed è lì che sono approdata dopo qualche anno da quel nostro primo incontro. Giuseppina aveva capito e indicato la strada giusta per me. Ero poi tornata in parrocchia e pian piano, con una fede più consapevole, mi ero inserita nella mia Comunità parrocchiale, iniziando a conoscerla, amarla e servirla attraverso il ministero di catechista che il parroco mi aveva affidato.

In tutti questi anni lei è stata importante nella mia formazione. Ammiravo il suo spirito di iniziativa, il suo amore per la Comunità, la sua franchezza, il suo coraggio nel dire le cose, incurante dell’insofferenza di chi la considerava eccessivamente critica, insistente, scocciante. Era solita spronare tutti gli operatori pastorali a lavorare insieme, in sinergia e comunione d’intenti, superando le inevitabili divergenze, evitando di percorrere strade lastricate da individualismi e personalismi che ostacolano la costruzione del bene ecclesiale. Molte volte invitava gli operatori pastorali a riunirsi a casa sua per preparare momenti di spiritualità in occasione di tempi liturgici forti e favoriva il dialogo e il confronto in modo che ognuno potesse dare il suo contributo. La sua casa, sia in città in via Garibaldi, sia in campagna ad Acquaficara, è stata sempre aperta a tutti, ha praticato con generosità l’accoglienza, l’ospitalità e la convivialità.

Laureata in Lettere classiche, ha testimoniato e vissuto il vangelo di Gesù Cristo anche nel suo lavoro di maestra di scuola elementare. Ha formato con amore e dedizione generazioni di studenti che ancora oggi esprimono profonda riconoscenza per i metodi educativi innovativi e rispettosi della personalità di ognuno.

La spiritualità di Giuseppina è stata ispirata dalla figura di Armida Barelli che fin da giovane l’aveva affascinata per l’intensa vita spirituale e l’instancabile impegno nell’apostolato. La Barelli aveva aperto strade nuove per l’emancipazione e il riconoscimento della dignità e del ruolo della donna nella società civile e nella Chiesa. Con padre Agostino Gemelli aveva dato vita all’Università Cattolica, intitolandola al Sacro Cuore. Aveva fondato la Gioventù femminile di Azione Cattolica e Giuseppina l’aveva incontrata personalmente a Messina e con entusiasmo aveva aderito a questo Movimento come propagandista, diffondendo il Vangelo nelle periferie più povere della nostra Pozzo di Gotto: rione Panteini, Massalini, Pizzo Castello. Armida Barelli aveva anche fondato l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e Giuseppina a questa missionarietà si era consacrata. Lei non era signorina per caso ma per scelta.

Insegnante, catechista, operatrice Caritas, volontaria AVULS, nipote premurosa verso l’anziana zia di cui si era presa cura, donna attenta ed affettuosa verso i familiari, gli amici e le amiche che ha ascoltato e consigliato anche con lunghe telefonate, fino a quando la sua salute glielo ha permesso. Più volte nella sua lunga vita è stata colpita dalla sofferenza fisica ma nell’ultimo periodo la perdita quasi totale della vista e dell’udito l’hanno costretta ad un isolamento che ha fatto fatica ad accettare. Ogni volta che sono andata a trovarla, malgrado il triste e progressivo logorarsi del corpo che vedevo, coglievo nelle sue riflessioni ed intuizioni un entusiasmo, una giovinezza e una modernità che mi meravigliavano. Ha amato Cristo-Re nella Parola di Dio che non ha mai cessato di ascoltare, studiare e diffondere nel suo apostolato, lo ha amato nei fratelli e nelle sorelle, lo ha amato nell’Eucaristia di cui si è sempre nutrita. Sono certa che ora, superate le fatiche, riposa nel Suo Amore che non ha fine.


di Pina Torre



 
 
 

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Creato da Filippo Maniscalco

Gestito Antonino Cicero

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