Una visita
Quasi un gigante ferito, di cemento armato, che mostra tutti i segni del tempo, così mi è apparso il Seminario arcivescovile S. Pio X: con i suoi immensi spazi verdi e gli ambienti interni un tempo popolati da fanciulli, adolescenti e giovani ed ora quasi deserti e vuoti.
Dopo tanti anni, troppi, in cui non ci ho messo letteralmente piede, per ragioni diverse, l’ho visitato. L’ opportunità mi è stata offerta dall’attuale Rettore, don Lino Grillo, che mi ha invitato a presiedere l’Eucaristia ed a condividere il pranzo, come usa fare con i parroci dei giovani dodici seminaristi.
Una visita breve ed intensa, ricca di ricordi personali degli anni ginnasiali, liceali, e del biennio teologico vissuti con entusiasmo colà. Ho provato emozioni profonde con la memoria grata per tanti educatori, docenti, suore, personale di servizio, compagni di studi e di formazione umana e cristiana.
Ho sentito l’eco delle parole di Mons. Francesco Fasola, arcivescovo, che amava definire il Seminario “cuore della diocesi”, e un po’ mi sono rattristato per non averlo vissuto, da prete, come tale. Eppure nei lunghi anni del mio ministero ho incrociato tanti ragazzi, tra le parrocchie e la scuola, che hanno scelto di essere preti diocesani o religiosi: Luca, Carmelo, Fabio, Francesco, Giuseppe P., Giuseppe L., Pippo. Ed oggi due seminaristi, Louis e Gabriele, ed un possibile candidato al ministero diaconale permanente.
Ai ragazzi, nella celebrazione, ho voluto trasmettere qualcosa del mio vissuto e consegnare loro tre indicazioni per la vita: vivere di Cristo; scegliere, giorno per giorno, di essere perseveranti nel suo discepolato attraverso il mininistero presbiterale; essere preti scelti tra gli uomini e per gli uomini costituiti nel servizio di Dio, in questo passaggio d’epoca.
Mi sarebbe piaciuto ascoltarli nei loro sogni, nelle loro attese, nella fatica del quotidiano discernimento, nella loro voglia di essere per gli altri perchè, ancora prima, amati da Dio.
Chissà se il futuro mi riserverà l’attuazione di questo desiderio d’ascolto per farmi loro compagno di viaggio con un passaggio del testimone.
di Mons. Santino Colosi
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