È un dono grande la vita!
La storia certo non è iniziata con noi e confidiamo, nonostante gli scenari odierni dei cambiamenti climatici e delle inquietanti guerre in atto, non finirà con noi. Le nostre origini sono molto lontane nel tempo e le nostre radici molto profonde. Il territorio pozzogottese che abitiamo ha conosciuto nel tempo radicali modificazioni geomorfologiche, insediamenti antropici alterni, ma anche culturali, di linguaggio, di costume e di pratica della vita religiosa. Le stratificazioni del nostro habitat sono riscontrabili se solo ci guardiamo attorno e sappiamo leggere con perspicacia i segni del tempo e le testimonianze giunte fino al presente. Noi stessi siamo frutto del fluire della vita e testimoni, non sempre consapevoli, di un patrimonio immenso di civiltà.
I toponimi, i palazzi d’epoca e le case, le chiese con le loro opere d’arte, i cognomi tipici del luogo, le tradizioni religiose ed il culto dei Santi come della Madonna… le coltivazioni, le arti e mestieri, seppure in declino, narrano di una identità e di un’appartenenza al “popolo” pozzogottese. Di tutto resta una traccia, obsoleta ma indelebile, nei nostri vissuti quotidiani. È nostro compito custodire la memoria dei nostri padri, coltivarla, trasmetterla con la sua forza generativa alle nuove generazioni.
«Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro»: così ci ammonisce lo scrittore cileno Luis Sepúlveda.
Anch’io, per un provvidenziale disegno di Dio (limiti personali a parte), sono dentro questa “storia” pozzogottese e nel tempo ho cercato di mettere insieme i diversi tasselli di conoscenza e di esperienza recuperando e restaurando, laddove possibile, il patrimonio artistico (pale d’altare, paramenti sacri, argenti, statue… edifici e non solo) della parrocchia. La mia attenzione è ora rivolta anche al patrimonio archivistico, dai primi approcci, cospicuo e parecchio interessante basti pensare che si può risalire fino alla seconda metà del cinquecento.
Ciascuno di noi passa lasciando una traccia, lo spirito del popolo (volksgeist) permane. Facciamo in modo con il nostro operato di essere “inclusivi ed osmotici” con le nuove generazioni Z, Alpha, e con i nuovi arrivati nel territorio appartenenti ad etnie, religioni, usi e costumi culturali “altri” perché Pozzo di Gotto abbia ancora un futuro.
di Mons. Santino Colosi
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