L’Arciprete Giuseppe De Luca Custode delle memorie religiose dei pozzogottesi, pastore e catechista
Nella sacrestia del nostro Duomo, osservando alcuni ritratti ivi custoditi si evince come nella plurisecolare vita della chiesa pozzogottese, tra i tanti sacerdoti ve ne sono alcuni che emergono per la loro storia e per le loro opere. Tra questi vi è certamente don Giuseppe De Luca, arciprete di Pozzo di Gotto dal 1863 al 1894, anno della sua morte.
Il nome e l’operato di padre De Luca sono inscindibilmente legati ad un‘altra figura importante dell’epoca, l’arcivescovo di Messina mons. Guarino, il quale in un periodo, in Sicilia e in Italia, di forte ostilità e di disprezzo nei confronti della Chiesa e del clero, avendo constatato che sia a Messina che nei vari villaggi i sacerdoti, salvo rare eccezioni, non svolgevano alcun insegnamento catechistico, si prodigò instancabilmente per la riorganizzazione in tutta la diocesi del catechismo per i bambini e gli adulti.
Da diversi documenti dell’epoca emerge come l’opera di questo arciprete fu in piena e totale sintonia con gli orientamenti pastorali del vescovo Guarino, infatti per dare un’organizzazione semplice, facilmente fruibile dai fedeli e anche in linea con le tradizioni e devozioni locali, padre De Luca pubblico un devozionario dal titolo “Preci devote ed Esercizi di Pietà praticati in tutte le chiese dell’Arcipretura di Pozzo di Gotto” che doveva diventare, nelle sue intenzioni, il libro da cui ciascuno poteva attingere per la propria vita devota. Così ogni giorno della settimana e ogni periodo era scandito dalle diverse devozioni praticate in tutte le chiese del territorio pozzogottese.
Diverse preghiere vennero composte in siciliano, il cui utilizzo servì a rendere la preghiera ancora più vicina alla quotidianità dei fedeli. Grande rilevanza, sempre secondo gli insegnamenti del Guarino, venne data alla devozione mariana: in onore di Maria si recitavano, tra le altre, le Allegrezze durante la novena di Natale, pratica questa ancora oggi perpetuata con i testi di padre De Luca nella chiesa di Gesù e Maria, e le Allegrezze della Madonna del Carmine ancora recitate nei c.d. Mercoledì Solenni anche se non più con il testo originale dell’epoca. Oltre al culto mariano e alle devozioni per i santi (di rilievo quella nei riguardi di San Giuseppe) si impegnò per sostenere la centralità della figura di Gesù attraverso le preghiere al Sacro Cuore e al SS.mo Sacramento e curando le devozioni del periodo natalizio e pasquale con particolare attenzione alla meditazione della Passione e con le “Coronelle” della Madonna Addolorata e dell’ Ecce Homo.
Non si può, dunque, non constatare come l’opera di questo arciprete sia stata lungimirante e, per i tempi, di grande importanza religiosa e culturale avendo anche con preghiere e canti in una lingua semplice istruito la popolazione sugli elementi fondamentali della fede e non possiamo, alla luce di ciò, non sforzarci, anche a livello locale, di trovare nuove strade e di pronunciare parole nuove e capaci oggi, come lo furono quelle del De Luca per quel tempo, di rinsaldare e rinnovare la fede, senza svilirne il senso, di quanti, giovani e meno giovani, si professano cristiani.